Ilaria, compagna italiana detenuta nel carcere di Budapest.

AGGIORNAMENTO DI OTTOBRE 2023

Nel weekend del 14 e 15 ottobre 2023 gli avvocati italiani sono andati a Budapest per incontrare gli avvocati ungheresi di Ilaria.
Insieme a loro anche i genitori sono venuti a Budapest e hanno potuto avere il primo colloquio di persona con lei.
Ci riferiscono che nonostante la frustrazione che deriva dalle pessime condizioni detentive Ilaria tiene botta ed erano naturalmente felici di vedersi. Il colloquio è avvenuto, come previsto dal carcere, in un parlatoio divisi da un plexiglass e tramite cornetta ed è durato due ore.
Facciamo qui una breve parentesi sulla situazione detentiva di Ilaria e sulle condizioni in generale in cui si trovano i detenuti all’interno di quel carcere. Ci sembra opportuno affinchè tutti possano comprenderne meglio il contesto.

  • Dall’undici febbraio a oggi è stata spostata 11 volte di cella. La metratura di una cella singola è di 6m quadrati oppure 4m quadrati per detenuto se si è in cella in più di uno. Si sta in cella 23 ore su 24 con il blindo completamente chiuso.
    Al sesto piano, dove si è trovata per un po’ di tempo, la sezione era mista e le celle maschili sono proprio di fianco a quelle femminili.
    C’è una sola ora d’aria al giorno e la socialità non esiste. Le aree per il passeggio sono 5 in totale e sono al piano -1 per cui non batte mai il sole; sono completamente asfaltate e senza una panchina con una rete metallica sopra la testa. Due di esse sono molto piccole circa 25m quadrati e può capitare di trovarcisi anche in 15 persone quindi è praticamente impossibile muoversi.
    In alcuni giorni l’ora d’aria è in concomitanza con la doccia e nulla nel carcere ha un orario fisso, quindi capita di saltare l’aria o la doccia. Spesso l’aria è in concomitanza con la spesa o il cambio di
    lenzuola e se non ci si trova in cella al momento giusto si salta la spesa o il cambio di lenzuola.
    Può capitare di saltare qualsiasi di queste cose e di saltare anche la doccia per 3 giorni di fila.
  • tutto il carcere è infestato dalle cimici da letto e ogni mese viene fatta la disinfestazione con prodotti chimici, ma è possibile stare fuori dalla cella solo il tempo necessario in cui viene messo il veleno quindi molte persone ci rientrano facendo fatica a respirare e intossicandosi ogni volta.
  • per quanto riguarda il cibo, il carrello passa per la colazione e il pranzo ma non per la cena.
    A colazione si riceve una fetta si salume spesso in cattivo stato e a pranzo danno due piatti cucinati che di solito sono brodi o zuppe molto acquose in cui c’è pochissimo cibo solido, ma dove spesso si
    trovano pezzi di carta o plastica, capelli o peli. Danno anche il pane o qualcosa di freddo che dovrebbe essere la cena (una scatoletta di carne o pesce da 100g oppure un po’ di margarina o una
    monoporzione di miele/marmellata). Frutta e verdura sono quasi completamente assenti.
  • la spesa si può fare una volta ogni due settimane e nel negozio ci sono poche tipologie di prodotti
    a volte sono finiti o in scadenza e ci sono limitazioni nell’acquisto di tutto.
  • tutte le mattine la sveglia è alle 5.30, bisogna rifare il letto immediatamente per poi rimanere tutto
    il giorno in cella a fare niente.
  • c’è un laboratorio di ricamo e cucito a cui Ilaria partecipa ma anche questo non ha né orari né giorni fissi e spesso capita sia in concomitanza con l’ora d’aria.
  • tutte le traduzioni dei detenuti dal carcere verso tribunale o stazione di polizia ecc.. avvengono con
    le manette e una cintura di cuoio con una fibbia a cui legano le manette. Anche i piedi sono legati
    tra loro: intorno alle caviglie mettono due cavigliere di cuoio chiuse con 2 lucchetti e unite tra loro
    da una catena. La legatura ai piedi permette di fare passi molto corti.
    Si rimane legati così per tutto il tempo della traduzione in qualsiasi luogo bisogna andare o stare per
    ore tipo in tribunale.
    LE INDAGINI
  • A livello di indagini in questo mese, come avevamo già condiviso, ci sono stati diversi cambiamenti. A settembre si è svolto quello che sembrerebbe essere, da quanto hanno dichiarato a voce ad Ilaria, l’ultimo interrogatorio. Ilaria come per i precedenti si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Gli avvocati riferiscono che c’è stata una revisione delle accuse e per la prima volta in meglio: ad oggi risulta essere sospettata di aver preso parte ad una delle aggressioni. Il reato di “attacco a un membro della comunità” è stato tolto. È quindi accusata di aver commesso un’aggressione con due aggravanti: ossia di aver potuto pregiudicare la vita della vittima e di averlo commesso all’interno di un’organizzazione criminale . Anche se viene riconosciuta la non appartenenza di Ilaria all’organizzazione si suppone che lei fosse a conoscenza della sua esistenza.
    Il range di pena diventa quindi dai 2 ai 16 anni, come già detto.
    Nel frattempo è arrivata la comunicazione ufficiale della chiusura delle indagini. Dopodichè il public prosecutor ungherese, colui che formula l’accusa, avrà 60 giorni per far riaprire le indagini se vorrà.
    Gli avvocati presumono che il processo potrà iniziare a febbraio e prevedono che il primo grado durerà circa un anno. Le udienze saranno a porte aperte e con una cadenza bimestrale circa.
    Nei prossimi mesi andremo avanti a creare momenti di discussione e aggiornamento su questa situazione.
    Abbiamo già diverse date tra Europa e Italia chiunque volesse organizzarne di nuove ci può
    contattare alla nuova mail aggiornamentibudapest@autistiche.org

AGGIORNAMENTI MARZO 2023

Nella detenzione ungherese c’è la possibilità di ricevere lettere, telegrammi, denaro, cibo o vestiti solo da persone direttamente registrate e ammesse alle riunioni. Per questo motivo, nel primo mese di detenzione, Ilaria non ha ricevuto nemmeno un pacco con i beni di prima necessità e ha dovuto arrangiarsi con gli abiti che indossava (lo stesso è accaduto alla compagna tedesca).

Inizialmente le era stato dato il permesso di comunicare con i suoi genitori e con il suo avvocato italiano di fiducia, ma tale permesso è stato revocato subito dopo le prime telefonate. Da allora ha un telefono in cella, ma non può comunicare con nessuno, tranne che con il suo avvocato ungherese e con l’ufficiale di collegamento dell’ambasciata italiana. Un primo appello contro questa decisione è stato respinto, quindi è molto probabile che nei prossimi mesi continuerà a essere detenuta senza la possibilità di incontrare e contattare il mondo esterno, a meno che non ci sia una mediazione da parte dell’avvocato locale. Anche noi qui fuori, che non abbiamo contatti diretti con lei, dobbiamo affidarci a informazioni trasmesse indirettamente, con tutte le difficoltà che questo comporta per costruire solidarietà. In ogni caso, sembra che stia bene e che, nonostante le difficoltà dei primi mesi di detenzione, la situazione sia migliorata.

Il primo pacco è stato consegnato e le condizioni di detenzione sono diventate meno difficili, poiché non è più isolata e condivide la cella, non più infestata dalle cimici, con un detenuto con cui ha un buon rapporto. Questi cambiamenti hanno portato alla decisione di non sollevare pubblicamente il caso della sua detenzione nei media locali, come aveva inizialmente suggerito il suo avvocato.

Per quanto riguarda l’attenzione dei media sul caso, i media ungheresi hanno inizialmente ripreso la notizia degli arresti con una certa la notizia degli arresti con un certo clamore, ma con il passare delle settimane l’attenzione è scemata e il caso sembra attualmente seguire il consueto iter. l’attenzione si è affievolita e il caso sembra attualmente seguire le consuete procedure, per quanto lente e arbitrarie possano sembrare. può sembrare. La consegna molto lenta del pacchetto di bisogni di base e le condizioni igienico-sanitarie delle celle non possono essere viste come il risultato di un’ostinazione personale, ma di ostinazione personale, ma piuttosto come la normale amministrazione delle carceri ungheresi. normale amministrazione delle carceri

Per aggiornamenti sulla situazione di Ilaria e future iniziative: aggiornamentibudapest@autistiche.org